domenica 12 luglio 2020

Una collina sospesa - Racconto




Una collina sospesa (Italian Edition) Kindle Edition



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Anteprima:


Una collina sospesa

 

Ester spinse le persiane e il giorno dilagò nella stanza.

«Finalmente il giorno» disse Ester. Avevano viaggiato tutta la notte. Arrivati col buio.

Ester spinse le persiane. L’azzurro del mare ammiccò guizzi di luce lontana, riflessi bianchi concentrati di luce fra gli infiniti toni di azzurro cangiante del mare. Più prossime, sotto la finestra dell’albergo, le cime spinose dei pini oscillavano sopra i tetti in declivio. Fili di nubi stazionavano fra terra e cielo, sospese come un’attesa. Rondini si rincorrevano giocando con l’aria e precipitando fra i vicoli.

«Che meraviglia» disse Ester « Nanni vieni a vedere.»

Dal letto Nanni la fissava come si ammira la luna dalla cima dell’Everest. Toccò il lenzuolo vicino a sé: «Torna qui» le disse.

Ester fece un risolino e tornò a sdraiarsi accanto a lui. Gli passò un braccio sul petto e lui l’attrasse più vicina. Sulle pareti e il soffitto, l’ombra chiara dei pini e riflessi di vetri chi sa quanto distanti producevano movimenti incompiuti, luminelli incostanti di chiarore impalpabile.

Nanni l’attrasse e la baciò. Poi rimasero supini a fissare oltre il soffitto, le teste che si toccavano, i capelli confusi. E da fuori veniva una nostalgia di fisarmonica, e la risacca del mare, e richiami offuscati di ragazzi lontani.

Ester sospirò: «Poter stare sempre così, noi due soli in un guscio tutto nostro. A lui non gli voglio male, e non vorrei mai fargli del male, ma con te è un amore diverso».

Accanto a lei Nanni ebbe come un fremito immobile: «Non ci pensare adesso» le disse «non lasciargli spazio fra noi, l’unica cosa importante è che siamo insieme. Voglio una giornata memorabile». 

Poi vivace si sollevò sul gomito: «Allora, che programmi per oggi?».

Ester volle sorridergli, assecondare il suo entusiasmo: «È quasi mezzogiorno. Subito abbondante colazione in compagnia dell’uomo che amo, poi, giocoforza, violino. Tu, invece?».

«Meravigliosa luculliana colazione insieme alla mia bella violinista» le sorrise «poi, purtroppo, tela e pennelli.»

«Dove?» Chiese Ester.

«Forse qui. Soggetto: una musicista bellissima che suona il violino. O forse fuori, ancora non so.»

«Fuori è bellissimo, devi vedere. Ieri, col buio, chi l’immaginava.» Gli si strinse addosso, ne assaporò il profumo della pelle, strofinò la guancia contro il suo petto nudo. Da quanto sognava momenti come questi, di poter stare con lui così come adesso. All’improvviso pensò che aveva finora vissuto unicamente in funzione di questo momento.

Nanni si riscosse e si tirò su: «Fame da lupi» disse ridendo. Poi ebbe un ripensamento e si chinò per baciarla. E mentre la baciava, donne presero a cantare con voce acuta in un dialetto gutturale sulle note della fisarmonica, e qualcuno le accompagnava battendo le mani, e qualcuno rideva. Ester rise nella bocca di Nanni e si staccò.

«Scusa» disse, perché la guardava stranito «deformazione professionale, ascoltavo l’armonico disaccordo del concertino là fuori.» Ridendo si buttò di spalle sul letto e distese le braccia. «Voluttuosa beatitudine» sospirò serrando i pugni e inarcando il bacino.

«Be'» disse Nanni «devo fare la solita telefonatina di routine, il mio piccolo dovere coniugale. Poi scendiamo a colazione.»

Mentre Nanni si girava per prendere il cellulare dal comodino, Ester si rotolò sul letto e si alzò. «Sono pronta in un attimo» disse, e andò a chiudersi in bagno.

«Gabriella… i bambini?» Sentì la voce di Nanni prima di serrare la porta, poi la coprì con lo scroscio del rubinetto.

Nel ristorante dell’albergo, musica di sottofondo offuscava con note di seta il brusio dei commensali e il toccarsi delle stoviglie. Un cameriere ossequioso li accolse: «Prego, da questa parte». Pochi i posti occupati. Il cameriere li precedeva nel corridoio fra i tavoli. Scivolando dalle finestre la luce stendeva tappeti assordanti sul pavimento verde marino, pozze gialle di luce sospesa.

«Prego.» 

Ecco che il cameriere offriva la sedia, prendeva le ordinazioni, apriva bottiglie con gesti usuali. Irrequieta una bimbetta si agitava fra genitori arcigni al tavolo accanto. Fiori freschi sulla tovaglia. Dagli altoparlanti nascosti note soffuse di canzoni d’amore.

«Da quanto sognavamo di questi momenti» sospirò Ester.

Nanni le prese le mani sul tavolo, e prese ad accarezzargliele, nello sguardo un sogno appagato. 

«Momenti solo nostri» le disse. 

Oltre le tende e i vetri il mare aveva un sapore d’estate, il cielo un profumo di festa.

«Sono felice.» Sospirò Ester. La musica, sull’ultima nota melodica, era scivolata in un ritmo di jazz. Fra loro sfiorarsi di dita, sguardi senza parole, soffice silenzio steso sul brusio sopito dei commensali. Nanni si portò alle labbra la mano di Ester e la baciò.  

«Anch’io lo sono. Una vacanza tutta nostra, finalmente. Giuro che niente potrà disturbarla.»

Nella borsetta di Ester il telefono cellulare emise un richiamo, una, due volte, tre volte. E fu come una nuvola che passi sul sole.

 «È Toni» ansimò Ester.


Il seguito è su:

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3 commenti:

Romano Greco ha detto...

C'era stato un incendio, poco distante da lì, su una collina, un boschetto di pini completamente bruciato. Ma i colori: ti aspetteresti tetri, invece no, dorati… Era magnifico. E c'era un'aria, un'atmosfera, un vuoto così concreto, sotto la collina. Una collina sospesa nel cielo. Un mondo sospeso…
Informazioni editoriali
Titolo: Una collina sospesa
Autore: Romano Greco
Data di uscita: 2018
Editore: Youcanprint
ISBN: 9788827804599

Disponibile su Amazon e Youcanprint.
Anteprima gratuita del racconto visualizzabile dalla barra di Google digitando il titolo

Unknown ha detto...

Ottimo 👌☺

Romano Greco ha detto...

Grazie Unknown, quando vuoi dammi un tuo parere anche su qualche racconto, i suggerimenti sono sempre molto ben accolti...

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