martedì 24 giugno 2025

Il sorriso del candidato - Racconto

 



Il racconto completo è nella raccolta FRAMMENTI DI ADESSO pubblicato con lo pseudonimo Marcello Melis. E' disponibile in pre-ordine su Amazon a questo Link:

https://amzn.to/45MT6a0

Prezzo di lancio: €. 1,99

Puoi trovare le altre pubblicazioni dell'autore su Amazon, cliccando su questo Link:

https://amzn.to/4mQCFPS



IL SORRISO DEL CANDIDATO

Io non ce l’avevo affatto contro quel candidato, e se qualcuno ha voluto asserire il contrario… ebbene, ha mentito.

Il fatto vero è che il candidato mi aveva, non esattamente perseguitato, ma ossessionato sì.

Per capire che intendo, amici miei, immaginate strade, immaginate quartieri e rioni, immaginate Roma intera tappezzata da un susseguirsi continuo e ininterrotto di cartelloni inneggianti al candidato.

Ciascuno traboccante della sua immagine cubitale, intendo.

E adesso, immaginato che avete questo, con un ulteriore impiego di fantasia immaginate ancora che quel candidato, in queste sue fotoriproduzioni in primissimo piano, sorrideva a tutto campo.

Oh, si badi bene, era un bell’uomo il candidato; e il sorriso che offriva agli elettori faceva proprio un bel vedere. Quindi non c’era motivo per avercela con lui, non mi aveva fatto nulla e nemmeno mi era antipatico.

E allora, Giangi, direte voi, perché l’hai fatto?

Si è detto anche questo: a causa dell’ossessione.

Io di mestiere faccio il tipografo.

Ecco, vedo che cominciate a capire, o perlomeno a intuire.

Lavoravo proprio nella grande tipografia a cui erano stati commissionati i cartelloni per la campagna elettorale del candidato. Erano così grandi, questi cartelloni, che venivano stampati in quindici riquadri, che, dall’alto verso il basso, in file da tre, così lo ritraevano:

 

capelli, calvizie, capelli

tempia, fronte, tempia

occhio, naso, occhio

guancia, bocca, guancia

spalla, cravatta, spalla.

 

Ebbene io, costretto a controllare le rotative, me le vedevo sfilare davanti al naso tutto il santo giorno queste porzioni anatomiche del candidato: capelli calvizie capelli, tempia fronte tempia, occhio naso occhio… tanto in ordine composto quanto in ordine sparso: guancia occhio naso… cravatta bocca occhio… E dopo le dovevo riunire e dopo ancora accatastare, impacchettare, imballare, riordinare, spostare, caricare, scaricare, trasportare, trasbordare, immagazzinare, ricaricare, riscaricare e ritrasportare per tutto il tempo che mi imponeva il contratto di lavoro. Ma non finiva lì, perché poi, a sera, quando uscivo dai capannoni della tipografia, l’immagine del candidato, ricomposta ora nella sua magnifica grandezza, seguitava a osservarmi dall’alto dei cartelloni lungo i bordi delle strade.

Beh, direte voi, giunto a casa, poi basta!

Ma, no… macché!

Io abito in due stanzette a primo piano e tutte le finestre affacciano su una piazza vasta che, trovandosi alla periferia estrema, si va a perdere nei campi. C’è da credere che qualcuno, per nascondere agli occhi dei cittadini lo spettacolo di quella campagna così desolata, abbia voluto contornare la piazza di cartelloni pubblicitari: tutti abbigliati sul davanti, ma forse anche nella parte verso i prati, con l’immagine sorridente del candidato.

Per me non c’era pace. Non avevo bisogno di affacciarmi per essere tormentato dallo sguardo benevolo del candidato: quei cartelloni si trovavano giusto alla mia altezza.

Beh, gli ultimi fra voi obietteranno che, giunta infine l'oscurità della notte, allora basta.

Macché, ma no!

Un cartellone alto due piani rivestiva il fianco del palazzo davanti al mio letto; il quale palazzo, da questo lato, non ha le finestre. L’intonaco, poi, è così malandato e brutto che per non turbare la vista del vicinato si era deciso di nasconderlo con quel viso bonario e sorridente. Potenti fari, inoltre, sistemati con grande studio, illuminavano a spolvero quel cartellone di quasi un ettaro. Ebbene, il sorriso del candidato stava in linea proprio col mio cuscino.

Ma chiudi le persiane! Abbassa le tapparelle! Tira le tende! Concluderete voi, persone senza problemi e dalla soluzione facile.

Beh, facile a dirsi, per voi e per chiunque altro! Non per le mie fobie multiple: che posso farci? ho paura del buio e temo i luoghi chiusi!

Ma nel sonno, dirai tu, ultimo obiettore, avrai pur trovato sollievo… nel sonno dico, dal sorriso di quel candidato che tanto ti ossessionava.

Il guaio è che soffro d’insonnia.

A questo punto, chi fra voi ha mai provato un’ossessione – di qualsiasi genere, intendiamoci – sa per certo che sconvolge l’ordine naturale dei valori, l’obbiettività dei giudizi, l’equità dei pareri; che offusca ogni altro aspetto della vita. Sa bene, costui, che l’oggetto ossessionante assurge al primo posto nei suoi pensieri, spingendo a calci e gomitate tutti gli altri sotto di lui.

Così, dopo giorni di campagna elettorale, avevo un solo desiderio: non rivedere mai più il candidato; il che, fra tanti altri desideri che mi sarebbero stati facilmente consentiti, mi era invece precluso fermamente. In tipografia distoglievo lo sguardo, mi distraevo, mi giravo altrove; per la via mi osservavo i piedi; in casa camminavo come di lato i gamberi, con le spalle alle finestre; la notte stavo a occhi chiusi o voltato verso il muro; ma inutilmente, perché alla minima distrazione, al breve sollevarsi delle ciglia, il sorriso cubitale del candidato incombeva su di me.

Basta!

Si è trattato di una scintilla, di un lampo, di un moto fulmineo di ribellione, di un volersi infine riscattare e difendere.

Imposizione per imposizione, mi sono detto.

E ho agito.



Puoi trovare le pubblicazioni dell'autore su Amazon, cliccando su questo Link:

https://amzn.to/4mQCFPS




Nessun commento:

Racconto

Emancipazione - Racconto

Post più popolari