Il racconto completo è nella raccolta FRAMMENTI DI ADESSO pubblicato con lo pseudonimo Marcello Melis. E' disponibile in pre-ordine su Amazon a questo Link:
Prezzo di lancio: €. 1,99
Puoi trovare le altre pubblicazioni dell'autore su Amazon, cliccando su questo Link:
Avevamo viaggiato tutta la notte ed
eravamo arrivati col buio. Impazienti c’eravamo amati per ore. Poi, al mattino,
appena ho spinto le persiane, il giorno è dilagato nella stanza.
«Finalmente il giorno,» ho
detto a Nanni, che stava ancora a letto.
L’azzurro del mare ammiccava
guizzi di luce lontana, riflessi bianchi di luce fra gli infiniti toni di
azzurro. Più prossime, sotto la finestra dell’albergo, le cime spinose dei pini
oscillavano sopra i tetti in declivio. Fili di nubi stazionavano fra terra e
cielo, sospese come un’attesa. Rondini si rincorrevano giocando con l’aria e
precipitando tra i vicoli.
«Che
meraviglia, Nanni, vieni a vedere.»
Lui
mi fissava con quell’ammirazione che rende una donna felice.
«Torna
qui,» ha toccato il lenzuolo accanto a sé.
Sono
andata a sdraiarmi vicino a lui. Mi ha passato il braccio dietro il collo e mi
ha baciata sulla fronte. Sulle pareti e il soffitto l’ombra chiara dei pini e
riflessi di vetri chi sa quanto distanti producevano movimenti incostanti di un
chiarore impalpabile. Siamo rimasti supini a fissare oltre il soffitto, con le
teste che si toccavano, i capelli confusi. Da fuori veniva una nostalgia di
fisarmonica e la risacca del mare, e richiami offuscati di ragazzini lontani.
Ho
sospirato.
«Si
potesse restare così per sempre, io e te da soli, in un guscio tutto nostro. A
lui non voglio male, e non vorrei mai fargli del male, perché non se lo merita,
ma con te è un amore diverso».
Accanto
a me, Nanni ha avuto come un fremito immobile, quella ribellione nascosta che
percepisci.
«Non
ci pensare,» ha detto, «non lasciargli spazio fra noi. Conta solo che stiamo
insieme.»
È
rimasto in silenzio qualche secondo poi si è riscosso. Lui era fatto così,
questo mi piaceva di lui. Si è sollevato sul gomito e mi ha fissata con quell’intensità
che mi dava le vertigini.
«Voglio
una giornata memorabile, oggi, per noi.»
Gli
ho sorriso: «Okay… e allora dimmi, che vuoi fare?»
«È
quasi mezzogiorno. Subito abbondante colazione in compagnia della donna che
amo, poi… visto che proprio devi, tu violino…»
«Siamo
qui per questo, no? Tu, invece?»
«Io?
tela e pennelli.»
«Dove?»
gli ho chiesto.
«Forse
qui. Soggetto, una musicista bellissima che suona il suo violino. O forse fuori.
Non so ancora.»
«Fuori
è un incanto, devi vedere. Ieri, col buio, chi l’immaginava.»
Gli
ho appoggiato la testa sul petto, ho assaporato il profumo della sua pelle. Da
quanto sognavo di stare così con lui. All’improvviso ho pensato che fino ad
allora, senza saperlo, avevo vissuto unicamente in funzione di quel momento.
Nanni
si è girato per baciarmi. E mentre mi baciava, donne hanno preso a cantare, con
voce acuta in un dialetto gutturale, sulle note della fisarmonica. Qualcuno le
accompagnava battendo le mani e qualcun altro rideva.
Mi
è venuto da ridere nella sua bocca e lui si è staccato.
Mi
fissava stordito.
«Scusa,»
gli ho detto, «deformazione professionale, ascoltavo l’armonico disaccordo del
concertino là fuori.»
Il seguito? Appena lo pubblico vi informo tramite social, intanto leggete qualcos'altro, non manca da leggere, qui.
😁
Nessun commento:
Posta un commento